Diario di Viaggio Nuova Zelanda – Pancake Rocks, Ghiacciai e il Dolore di un Pianeta che Muore (giorno 13)

Diario di Viaggio Nuova Zelanda – Pancake Rocks, Ghiacciai e il Dolore di un Pianeta che Muore (giorno 13)

Diario di Viaggio Nuova Zelanda – Pancake Rocks, Ghiacciai e il Dolore di un Pianeta che Muore (giorno 13)

Notate qualche differenza tra la foto della mia colazione di oggi e quelle subito seguenti? L’unica cosa che le accomuna è il nome: Pancake 🥞.

Ma mentre i primi sono soffici e invitanti, i secondi sono uno degli ultimi misteri geologici irrisolti. Le Pancake Rocks di Punakaiki sfidano ancora gli scienziati, che possono solo formulare ipotesi non comprovate su come queste rocce si siano stratificate così perfettamente negli ultimi 100.000 anni. A pochi passi da loro, il mare continua la sua opera instancabile, scavando caverne sotterranee. Nei cunicoli, l’aria e l’acqua si scontrano creando suoni profondi e inquietanti, come se la terra stessa stesse parlando con voce cavernosa.

Sono sulla West Coast della Nuova Zelanda, dove anche in piena estate il clima è imprevedibile. Il maglioncino e il k-way sono sempre a portata di mano, perché qui le temperature oscillano tra i 10 e i 15 gradi e il sole si ritira tardi, quasi alle 22.

Proseguo fino alla Hokitika Gorge, celebre per le sue acque turchesi. Il segreto di questo colore quasi surreale? Una miscela perfetta di rocce, ghiaccio e minerali fusi provenienti da un antico ghiacciaio, mescolati all’acqua del fiume. Un paesaggio che sembra uscito da un dipinto.

La mia giornata si conclude nella zona di Franz Josef e Fox Glacier, dove i ghiacciai portano con sé una bellezza mozzafiato e una triste realtà. Ogni volta che ne visito uno, provo un senso di smarrimento. I cartelli lungo il percorso mostrano fin dove arrivava il ghiaccio solo pochi anni fa. Ora, al suo posto, c’è solo una valle spoglia, segnata dal ritiro costante e inesorabile di queste meraviglie naturali.

È impossibile non sentirsi colpiti dalla consapevolezza che questi fenomeni sono destinati a scomparire. È impossibile non provare rabbia vedendo con i propri occhi cosa sta accadendo al nostro pianeta. Ma c’è ancora chi nega tutto questo, chi ride di Greta, chi pensa che il cambiamento climatico sia solo un’invenzione. Fatevi un giro per il mondo, guardate con i vostri occhi ciò che stiamo distruggendo.

Mentre cammino su quella terra brulla, dove fino al 2009 si estendeva il ghiacciaio, osservo la gente intorno a me. Alcuni si scattano selfie con espressioni felici e pose studiate, con il sorriso forzato di chi ha bisogno di una foto perfetta per i social. Alcuni raccolgono sassi, come souvenir di una tragedia silenziosa. Altri ostentano magliette con scritte alla moda, più interessati a far vedere di essere stati qui che a comprendere il significato di ciò che stanno guardando. E mi fanno schifo.

Eppure, tra di loro, noto anche chi si ferma, chi osserva il ghiacciaio con occhi malinconici, con lo stesso sguardo che ho io. Lo sguardo di chi si chiede quando abbiamo iniziato a sbagliare e se ci sia ancora una possibilità, anche all’ultimo minuto, per salvare ciò che resta di questo pianeta malato.

Un po’ triste ma se comunque hai apprezzato il mio Diario di Viaggio Nuova Zelanda – Pancake Rocks, Ghiacciai e il Dolore di un Pianeta che Muore (giorno 13), continua a leggere:

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