Diario di viaggio Ovest USA e Canada - On the Road nel Montana

Diario di viaggio Ovest USA e Canada - On the Road nel Montana

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Giorno 5

Sono di nuovo nel Montana e mi appresto a compiere un bellissimo on the road da Yellowstone a Glacier National Park con varie tappe lungo la strada. “Treasure State”: questo è il nome-slogan del Montana. Tutti gli Stati Uniti ne hanno uno. Per esempio, lo Stato di Washington è “Evergreen State”. È scritto sulla targa dell’auto.


Mi sveglio in un motel di Livingston, dove c’è un bollitore per fare il caffè all’americana. Decido che è arrivato il momento di provarci, ovviamente guardando un tutorial su internet. Lo faccio e me lo scolo praticamente tutto. Solo dopo leggo che la dose è x4. Quindi stamattina parto carichissima, neanche avessi assunto cocaina. 🏋🏻‍♀️


Guido. Dopo un mezzo crampo alla gamba mi accorgo che c’è il cruise control sull’auto. Che spettacolo, imposto la velocità e va da sola. Io sto lì e ammiro tutto il paesaggio come se stessi guardando lo schermo di una grande tv. Sulla strada meglio tenere comunque i limiti di velocità. Qua la Polizia si apposta ai lati della strada con le Porsche!


Ma dicevamo.. Treasure State. A ben dire! Ancora non è arrivato il suo pezzo forte, che sarà domani: il Glacier National Park. Ma il Montana è anche il distretto storico di Butte, con quegli iconici edifici di mattoni, adornate da splendide insegne sui muri degli anni ‘60, una città attorniata da antichi impianti per l’estrazione del petrolio.


Montana è anche il sito storico di Grant-Kohrs, uno dei Ranch che ha avuto maggiore rilevanza nell’espansione degli USA nell’800-900. Una di quelle cose a cui nessuno pensa ma saremmo noi qui se non ci fosse stato anche quel ranch? Gli americani di fatto hanno cominciato a influenzare le nostre vite anche grazie a fatti del genere. La filosofia è semplice: produciamo carne e la esportiamo per tutta l’America, facendo crescere l’economia e gli americani stessi.
Il ranch è magnifico, le case sembrano uscite da un film hollywoodiano. Ma è tutto vero. Attorno, una vallata che ti fa rimpiangere di non essere nata mucca.

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Altra tappa è il National Bison Range, un’immenso pezzo di terra del Montana dove pascolano solo animali, soprattutto bisonti. Qui ho incontrato per la prima volta, parecchio da vicino, L’Alce. Quelle corna sono un’opera d’arte.

Andando a nord, bacio le sponde del Flathead Lake, il più grande lago d’acqua dolce degli Ovest USA. Gli indiani del posto la chiamano Diga del Castoro. Il castoro bianco, narra un’antica leggenda degli indiani Pend d’Oreille sulla creazione del mondo, era un mostro che viveva sull’isola del cavallo selvaggio. I lupi bianchi uccisero il mostro-castoro, distrussero la sua casa e aprirono così una breccia nella diga. Le acque fluirono impetuose, fino a formare il grande lago Flathead.


Arrivo così a Whitefish, paese a 900 m d’altitudine con poco più di 6000 anime. Prendo l’aperitivo in un birrificio locale, The Great Northern Brewery, e qui conosco Markus, un 70enne che sembra un barbone ma non è. Ha la maglia a quadri, i jeans e porta un cappello come quello delle giovani marmotte. Ha anche il cane con sè, che dorme sempre, a parte quando va a caccia. Markus ha gli occhi azzurrissimi, barba e capelli bianchi. Tutti lo conoscono, tutti lo salutano. Un vecchio hipster, forse il più autentico. Parliamo un sacco, mi dice che 10 generazioni fa la sua famiglia era norvegese. Si vabbè zio, sei americano! Si, americano del Wisconsin. Fa il cuoco, il cacciatore ed il pescatore. Ha vissuto anche in Alaska e in Canada. Oltre che nel Montana. E mi dice che se sopravvivi al Montana puoi sopravvivere a tutto. Chissà cosa avrà voluto dire. Bla bla bla e si finisce a parlare di cibo. Mi chiede quale sia il pesce preferito dagli italiani. Io non so bene che rispondere ma dico Seafoods, frutti di mare. Anche il polipo. Mi guarda strano e si mette a ridere. Qui si usano come esca per altri pesci. Non li mangerebbero mai... c’è una metafora in questa cosa che non riesco bene a elaborare, al momento. Sembra sospesa nell’aria. Non riesco a definirla ma so che c’è.

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